venerdì 23 gennaio 2009

Luca era Gay di Povia, Finalmente un Pò di Luce sul Testo


Dopo aver alzato e respirato il polverone mediatico noto a tutti in questi giorni riguardo la partecipazione di Povia con un brano sull'omosessualità al prossimo Festival di Sanremo, sono stati finalmente accesi i riflettori sulla tanto odiata canzone Luca era Gay ammansendo alcune critiche e facendone fiorire ben altre. Il protagonista del brano pare non sia il Luca Tolve della cronaca di qualche tempo fa, guarito miracolosamente dall'omosessualità, bensì potrebbe essere in parte autobiografica visto che Povia avrà saccheggiato i suoi stati d'animo durante quei fantomatici sette mesi in cui pensava di essere gay prima di arrivare al matrimonio. La canzone segue la sua convinzione riguardo l'idea che gay non si nasce ma si diventa a causa di ambienti familiari ostili, troppa presenza materna e da agenti esterni come anziani quasi pedofili che in cambio di sesso offrono amore e dolcezza, trappola in cui cade il Luca della canzone. A salvarlo dalle grinfie del mondo gay arriva una bella ragazza conosciuta ad una festa che gli permette di acquistare il lume della ragione e l'eterosessualità perduta. Il testo ufficiale non è ancora noto a parte qualche piccolo stralcio, ma dall'argomento ormai giunto alla luce si evincono tutti i problemi che Luca era Gay potrebbe causare, come inculcare nei genitori di omosessuali non ancora ben accettati, tanti sensi di colpa e frustrazione a causa della convinzione di aver sbagliato qualcosa facendo diventare il proprio figlio gay. Ci sono poi ovviamente i soliti luoghi comuni riguardo l'omosessualità che Povia racconterà con nonchalance sul palco dell'Ariston, ma a quello ormai siamo abituati. L'Arcigay ha già organizzato dei sit-in di protesta a Sanremo in occasione della finale, sperando che Povia venga sbattuto fuori prima di poterci arrivare.

5 commenti:

  1. Lo confesso e faccio "outing" ( lo so che è sbagliato dire "outing", ma tanto questo termine lo usano a tutta callara anche i più autorevoli quotidiani): per sette mesi ho pensato che "Quando i bambini fanno oh" fosse una bella canzone, e, miserere mei, l'ho pure cantata. Poi per fortuna sono guarito, e sono tornato ad essere normale.

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  2. Quella canzone ha fregato tutti. Ma testimoniava la voglia strabordante di "normalità" che aveva questo tizio.

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  3. Ora ho capito perchè tutti sti bambini gli facevano Oh

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  4. oggi sembra quasi che l'omosessulita'sia normale mentre eterosessualita'sia anormale ma grazie a DIO non e' cosi,' xche'nella bibbia si afferma che non e' altro che una perversione mentale e che agli occhi di DIO sono in abominio costoro che fanno tali cose e non solo, ma anche chi li approva.

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  5. Sull'autobiograficità della canzone ci credo poco, quello che racconta Povia è ben lontano da un "periodo di 7 mesi", è semplicemente una canzone che fa un'accozzaglia di luoghi comuni; ma un conto è cantare che "non ci sono più le mezze stagioni" un conto è prendere tutti i luoghi comuni che fanno pensare all'uomo medio che l'omosessualità sia una malattia, perchè, per quanto ne dica, uno che pensa che si è gay perché si cresce in un determinato ambiente famigliare omosessualizzante, pensa comunque che l'omosessualità sia una malattia, poiché in un altro ambiente non avrebbe mai avuto modo di manifestarsi; quindi è inutile che continui a dire che lui non parla di malattia e di guarigione, non usare le parole non significa non fare uso dei concetti.

    sceba

    PS anonimo siete triti e noiosi

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