Bip bip bip: quante volte noi gay abbiamo sentito questo prezioso suono nelle nostre menti quando ci siamo avvicinati o abbiamo avuto a che fare con un perfetto sconosciuto e abbiamo fatto di tutto per individuare le sue preferenze sessuali? Quel bip bip ovviamente è metaforico, ma il gay-radar esiste, ce l'abbiamo tutti, c'è chi è più sensibile, chi meno, ma è uno strumento che ci appartiene, un gay che accetta sè stesso è più portato e facilitato all'individuazione degli altri della "stessa specie", tanto per dirlo alla Piero Angela. Certo ci sono i gay effemminati che possono essere scoperti anche dalla casalinga di Voghera senza bisogo di nessun accessorio di serie, ma metti che qualcuno voglia sapere, magari per ragioni puramente egoistiche, tanto per sapere se apparteniamo almeno al sesso che gradisce di più, se quel distinto ragioniere ha una preferenza per i maschietti, come si fa a scoprirlo se è vestito in modo assolutamente normale e almeno apparentemente non sembra in alcun modo omosessuale? Ecco che il gay-radar entra in azione: basta un movimento particolare, una postura ambigua, un di capelli leggermente più eccentrico, una frase particolare, un tono di voce, un gesto della mano, un argomento di conversazione che nessun elettrauto avrebbe intavolato.. Il gay-radar assimila tutti i dati e tira fuori il risultato come una bilancia pesa persona da farmacia, ma per fortuna che abbiamo anche questo piccolo e prezioso accessorio: non si vive di sole saune e locali gay per incontrare uomini!
NON SEMPRE PERO' E' ATTENDIBILE
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