Anche se alcuni tra i critici più affermati provenienti da accreditate riviste del settore, oppure semplice pubblico pagante stufo di vedere sempre le stesse facce poco espressive nelle pellicole degli ultimi anni, continuano a dire che non ci sono più gli attori di una volta, bisogna spezzare una lancia a favore del cinema italiano che ha comunque continuato a tirar fuori delle piccole perle. Non sto parlando chiaramente delle mediocri doti recitative di un Raul Bova qualunque che per quanto bello non ha la stessa potenza in quanto attore, bensì di Elio Germano, un suo collega più giovane che ha già una nutrita carriera alle spalle ma che ha raggiunto l'apice con "Mio fratello è figlio unico" accanto al dongiovannesco Riccardo Scamarcio. Nel suo curriculum può vantare altre chicche come l'interessante "Tutta la vita davanti" di Virzì e "Nessuna qualità agli eroi" dove si esibisce in un nudo frontale piuttosto discusso, ma a quanto pare Germano ha pensato di dare una svolta teatrale alla sua carriera calcando i palcoscenici con "Verona caput fasci", una sua creazione dal punto di vista della sceneggiatura, regia e ovviamente recitazione dove parla piuttosto esplicitamente delle vergogne di Verona, trattando argomenti spinosi come il razzismo e l'omofobia, portando in scena delle vere dichiarazioni piuttosto forti di politici e persone che contano. Epiteti ed affermazioni che basterebbero per una denuncia penale, che Elio Germano ripropone senza paura di minare la sua lanciata carriera da attore, difendendo le minoranze e i più deboli e dimostrando di essere anche dalla parte degli omosessuali. Una grande prova per un esponente delle giovani leve dello spettacolo italiano da cui spesso non ci si aspettano simili sforzi.
Bello, bravo e intelligente: avercene!
RispondiElimina