Dopo una stagione cinematografica caratterizzata dalla presenza di Gomorra, un film assolutamente da vedere, se non altro per rendere partecipe tutto il pubblico cinematografico, e non solo, della triste realtà che si vive in alcune zone di Napoli, si sente sempre più spesso parlare di mafia, camorra e malavita organizzata. Molti sono gli episodi tristi che si narrano, storie di soprusi, di ricatti, di estorsioni, di omocidi e di lotta tra clan, famiglie diverse che si fanno la guerra per avere la supremazia su un territorio, come animali, soltanto per avere il potere e i soldi, senza la capacità di ottenerli in modo onesto. Ora sui giornali arriva un nuovo episodio che rende maggiormente la mafia un fenomeno anti-sociale, in lotta anche contro se stesso. La vittima è solo un ragazzo poco più che ventenne, dai modi un pò effemminati, amante della poesia tanto da scriverne lui stesso: è bastato questo per metterlo nei guai con i suoi stessi "simili". Infatti il ragazzo tuttora nel carcere di Catania è stato brutalmente stuprato da 8 aguzzini soltanto per la colpa di essere considerato omosessuale per questa sua passione creativa. Per la mafia scrivere poesie è un gesto da femminucce, da finocchio o ricchione come direbbero loro e quindi un gesto simile va punito e lo stupro è stata la punizione scelta per sottomettere un "collega", un altro elemento dello stesso clan. Un episodio avvenuto due anni fa ma venuto alla luce soltanto ora, una vergogna.
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