mercoledì 15 aprile 2009

Mara Carfagna, Ancora Veleno sul Gay Pride


La strega della politica italiana è tornata pesantemente all'attacco difendendo a spada tratta quello che è riuscita a conquistare con un nuovo taglio corto di capelli e un deciso cambio di look a favore di morigerati tailleur sotto il ginocchio. La signora Mara Carfagna, incredibilmente al timone del Ministero delle Pari Opportunità, ha di nuovo sputato veleno nei confronti della manifestazione regina della comunità GLBT che tenta di sensibilizzare ancora la società verso i problemi che l'affliggono. Dopo aver candidamente affermato un pò di tempo fa come le coppie gay siano costituzionalmente sterili, la Carfagna ha palesemente dichiarato che non ha la minima intenzione di affidare il patrocinio del suo ministero al prossimo Gay Pride. Il motivo, per niente sorprendente, conoscendo l'ex modella dai glutei al vento, è chesarebbe incoerente e assurdo appoggiare una marcia di urlatori contro il Presidente del Consiglio, il Capo dello Stato e chiaramente il Papa, preferendo quindi negare e censurare chi fa ciò soltanto per essere una buona volta ascoltato. Ancora una volta Mara Carfagna si è dimostrata per quello che è, rendendo ancora più incredibile il suo cambio di sponda da soubrette nuda per i calendari a timorata di Dio che insiste nel negare i diritti ad una fetta di popolazione che ha il solo peccato di amare persone dello stesso sesso. Il problema è che ormai non ci stupiamo più di nulla ed una nuova dichiarazione del nostro ministro l'avevamo tranquillamente già programmata.

7 commenti:

  1. Francamente non mi infastidisce il fatto che la Carfagna non dia il patrocinio al Gay Pride, che effettivamente oramai è solo una carnevalata, per altro non per niente condivisa da buona parte del mondo gay come esibizione. Mi fa comunque incazzare il fatto che come ministro delle pari opportunità neghi il bisogno del suo intervento dove vi sono discriminazioni, che lei bellamente nega.

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  2. Zarbo, concordo in pieno il tuo modo di vedere la situazione.

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  3. Lei nega sempre...io non la sopporto...e poi ogni volta che parla sgrana gli occhi come un'ossessa.

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  4. Io invece non sono d'accordo sul fatto che il Gay Pride sia " solo una carnevalata". Ci sarebbe poi da chiedersi perchè buona parte del mondo gay lo ritenga un'esibizione ( ammesso che sia vero). In ogni caso, se siamo noi gay i primi a pensarla così, non dobbiamo stupirci della Carfagna e delle sue sparate: abbiamo esattamente quel che ci meritiamo.

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  5. Il problema caro Gan è che molti gay "approfittano" del Gay Pride come occasione di rimorchio, senza pensare al vero perchè della manifestazione, ecco perchè finisce per diventare spesso una carnevalata e non un'occasione per difendere i nostri diritti ed urlare a tutti che siamo persone "normali". C'è anche chi lo vive come andrebbe vissuto, ma ahimè c'è anche buona parte che ci mette più tempo a decidere che jockstrap e magliettina indossare piuttosto che marciare per un ideale.

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  6. Dipende dal significato che gli si dà, al GP. Se lo si intende come una "manifestazione rivendicativa" e di lotta, allora è chiaro che molti ritengano fuori luogo i carri con gli smutandati, la musica, i belloni che dimenano le chiappe e quant'altro. Io penso invece che il GP sia e debba essere più che altro una grande festa della visibilità, un raduno allegro e festoso con cui il nostro popolo dimostra la propria esistenza, esibendo le molte sfumature di cui è fatto. E in una festa ci sta bene anche l'acchiappo, e sarebbe bellissimo che tutti i single che vanno al GP ne uscissero fidanzati.
    Quanto a me, non ci sono mai andato perché non sono mai riuscito a decidere se indossare il jockstrap glitterato o la divisa leather. Un po' come l'asino di Buridano, insomma! ;-)

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