Ne ho già parlato in qualche post precedente: quest'anno aria di novità alla 64° Mostra del Cinema di Venezia, non solo per i fischi e pernacchi ricevuti dalla sorprendente madrina Ambra Angiolini, bensì anche per la decisione di ideare un premio da assegnare al miglior film a tematica gay in concorso. E con la conclusione della manifestazione sono ovviamente stati resi noti i vincitori, tra cui quello del Queer Lion: il tanto bramato leoncino dalle ali arcobaleno, secondo la giuria composta da Andrea Occhipinti, Sandro Avanzo, Simone Morandi, Vincenzo Patanè e Delia Vaccarello coordinati da Daniel Casagrande, l'ha meritato "Speed of Life" di Ed Radtke. Il film è uno di quelli stra-indipendenti che narra le vicende di un gruppo di disadattati, tra cui un gruppo di ragazzini il cui capobanda si diverte a sgraffignare le telecamere agli ignari turisti che incrociano la sua strada, per poi rivederne compiaciuto i filmati girati. La giuria afferma che il film è stato dichiarato vicintore "per la capacità di raccontare, con partecipazione, la tematica omosessuale attraverso una vicenda, sia pure 'fuori campo', che ricade su tutti i protagonisti della storia, e che mette in luce l'omofobia della società americana degli ultimi trent'anni, prima e dopo Stonewall". La tematica omosessuale di cui si parla non è stata esplicitamente dichiarata, ma pare sia relativa alla sottotrama di un anziano omosessuale che darà poi un significato particolare all'intero film. Non sono ovviamente mancate le polemiche, non tanto per la scelta del film vicintore, bensì sulla scarsità di film in concorso davvero a tematica gay visto che in alcuni era solo brevemente accennata: speriamo che dal prossimo anno ci sarà una miglior selezione e che si darà sempre più spazio all'interessante cinema omosessuale che ha sempre qualcosa di interessante da dire.
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