venerdì 7 novembre 2008

Passata la Proposition 8, Niente Matrimoni Gay in California


Soltanto da qualche giorno è stato eletto Barack Obama come nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America e già la fervente ala democratica è intenta a fare progetti mentali sui miglioramenti che il primo Presidente nero della storia americana potrà apportare per rendere migliore la vita di tutti. Anche i gay ovviamente contano molto su questa vittoria sperando di ottenere maggior rispetto, una lotta pressante contro l'omofobia che è purtroppo ancora radicata in molti paesi e per molte classi sociali ed anche un trattamento adeguato per la tutela delle coppie omosessuali. Ma qualcosa è andato storto visto che praticamente in contemporanea con l'elezione di Obama, è stata approvata la Proposition 8, una retrograda forma di emendamento sotituzionale per il quale i matrimoni gay dovrebbero essere aboliti nello stato della California. Durante lo svolgimento del referendum alcuni cortei di persone contrarie al "si" hanno sfilato per le strade delle città e a West Hollywood per la rabbia, sapendo i risultati parziali della votazione, una folla inferocita ha contestato tentando di forzare un cordone della polizia. Alla fine la Proposition 8 è stata approvata con il 52% dei voti visto che la maggioranza bianca, consultando gli exit-poll, ha preferito abolire i matrimoni gay mentre i neri e gli ispanici hanno votato affinchè tutto rimanesse com'era. Un passo in avanti per l'America con la vittoria di Obama, ma un passo indietro per la società civile con un'azione inspiegabile e volta soltanto a scontentare delle persone che dovrebbero avere gli stessi diritti di chiunque altro.

4 commenti:

  1. Secondo me la cosa non finisce qui.
    Cosa succede a tutte le coppie che nel frattempo si sono legalmente sposate?
    Non credo sia possibile cassare la validità di quelle nozze; ma rimanendo esse legittime, si apre un'enorme sperequazione nei confronti di quanti vorrebbero sposarsi dopo l'entrata in vigore della prop8. Credo che con simili precedenti l'incostituzionalità del provvedimento sia palese; senza contare che anche negli USA le modifice sostanziali alle Costituzioni devono seguire un iter parlamentare di cui, in questo caso, non c'è traccia.
    Secondo me si è persa una battaglia, non la guerra.
    (Ciao!)

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  2. E' un pensiero che ho fatto anch'io, ma ormai mi aspetto di tutto nonostante il caos che questo divieto creerà nonostante il numero di matrimoni gay celebrati in tutto questo tempo.. Staremo a vedere.

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  3. Io sinceramente non ho seguito tanto tutto l'iter dell'ascesa alla presidenza... ma ovviamente penso che tutto è sempre molto più grande di quello che poi alla fine effettivamente è. Tutto quello che succede in America non riesco mai a digerirlo tranquillamente, non riesco mai a scindere la "mediaticità" dalla realtà. Per quanto rigurada i matrimoni... non credo proprio!

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  4. Io la questione la vedo ancora più complessa. Non solo per l'esito del voto, ma per il fatto che si siano indetti quei referendum. La nozione moderna di democrazia e di diritti umani impone che i diritti non siano sottoponibili a decisioni maggioritarie. Il discorso è un po' complesso e lungo, per chi volesse approfondire, segnalo: http://noirpink.blogspot.com/2008/11/matrimoni-gay-e-dittatura-della.html

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