Tutti conosco ormai il Gay Village romano, storica iniziativa che rende la capitale, purtroppo spesso location ideale di crimini omofobi, un luogo d'accoglienza e di divertimento per migliaia di persone omosessuali e non in giro per la capitale, captando l'interesse sia degli abitanti del posto che dei numerosi turisti.
Scimmiottando u
n pò questa proposta capitolina, in Veneto è stato organizzato in grande stile il Padova Pride Village, miscelando una serie di appuntamenti di vario genere, dall'intrattenimento alla riflessione al momento più goliardico e danzereccio, divertendo una delle città italiane considerate più vicine alla comunità gay.
Proprio dal palco del Padova Pride Village è stato di recente fatto l'annuncio dell'istituzione di un bollino gay friendly che dal prossimo anno sarà esposto sulle vetrine di alcuni negozi e locali della città per simboleggiare l'interesse ad avere, senza alcun tipo di problema, una clientela omosessuale.
Immediate perplessità riguardo l'effettiva utilità del progetto e ovvie lamentele da parte di chi è prontamente contro la comunità GLBT: a questo punto chi non esporrà il bollino dovrà essere considerato omofobo? E' giusto "ghettizzare" gli omosessuali come per il bollino che riguarda l'ingresso dei cani?
In più si è giustamente parlato anche della necessità di
una formazione vera del negoziante o degli albergatori che vorranno esporre il marchio gay friendly: non basta un'etichetta per diventare rispettosi, ma occorre una certa attenzione e cortesia per essere considerati realmente tali.
L'iniziativa sta già facendo parlare molto, chissà se riuscirà a diffondersi in altre città d'Italia e come verrà accolta dai padovani e dai turisti?
Nessun commento:
Posta un commento